La cartolarizzazione dei crediti è una tecnica finanziaria utilizzata per trasformare i crediti in strumenti negoziabili, una procedura spesso utilizzata per il recupero di somme insolute, la cui gestione richiede tuttavia una buona conoscenza del tema.
Esaminiamo più nel dettaglio cosa significa cartolarizzare i crediti e come funziona questo procedimento.
La cartolarizzazione dei crediti, regolamentata dalla legge n° 130 del 30 aprile 1999 e successive modifiche, è una procedura che permette di cedere in via onerosa uno o più crediti vantati.
In pratica, il creditore - noto come originator - trasferisce i propri crediti a un’altra società, denominata SPV (Special Purpose Vehicle), la quale a sua volta, per finanziare l'acquisto dei crediti, emette titoli obbligazionari che vengono venduti agli investitori.
Il debito, di conseguenza, si trasforma in uno strumento finanziario negoziabile, mentre la società di cartolarizzazione funge da intermediario.
Attraverso la cartolarizzazione dei crediti, il rischio associato ai crediti viene quindi trasferito dall'originator agli investitori che acquistano i titoli emessi dalla SPV. I titoli emessi sono suddivisi in diversi rating, ognuno con un livello di rischio.
La società veicolo, per legge, può esercitare solo attività strettamente legate alla cartolarizzazione e i crediti che rientrano nell’operazione vanno a costituire un patrimonio separato dal resto della società. Questo implica che i creditori non possono intervenire su tale patrimonio.
Come si svolge più nel dettaglio questo processo?
Il processo di cartolarizzazione dei crediti coinvolge vari passaggi e attori:
La procedura di cartolarizzazione può essere eseguita da soggetti privati e pubblici, che possono trarre diversi vantaggi dall’operazione.
Le imprese private, in particolare quelle di grandi dimensioni con portafogli di crediti consistenti, utilizzano per esempio la tecnica della cartolarizzazione per migliorare la propria liquidità, convertendo i crediti a lungo termine in capitale immediatamente disponibile, in modo tale da migliorare il loro flusso di cassa e la capacità di investimento.
Gli enti pubblici, come i comuni, le regioni e altre istituzioni governative, possono ricorrere alla cartolarizzazione per monetizzare i crediti futuri, come le entrate fiscali, e finanziare progetti infrastrutturali o altre iniziative pubbliche senza aumentare il debito pubblico.
Ovviamente, tra i principali utilizzatori della cartolarizzazione troviamo le banche, questo processo permette loro di ottimizzare i bilanci. Riducendo il rischio di credito, le banche migliorano significativamente gli indici patrimoniali, contribuendo alla loro stabilità finanziaria e al rispetto delle normative di settore.
A prima vista la cartolarizzazione potrebbe apparire simile alla cessione dei crediti, ma mentre quest'ultima operazione prevede un trasferimento diretto del credito da un creditore a un altro, il processo di cartolarizzazione implica la creazione di titoli obbligazionari, che vengono venduti a soggetti investitori.
Altra differenza significativa è che la cartolarizzazione va pubblicata in Gazzetta Ufficiale, semplificando così la pubblicità dell'operazione rispetto alla cessione tradizionale, che richiede notifiche ai debitori.
Da un punto di vista normativo, infine, la cartolarizzazione dei crediti è regolamentata non solo a livello nazionale, ma anche comunitario. In particolare, il Regolamento UE 2021/557 stabilisce norme valide in tutti i Paesi membri dell'Unione Europea.
La cartolarizzazione dei crediti rappresenta uno strumento finanziario potente e complesso, che offre numerosi vantaggi sia agli istituti finanziari che agli investitori. Comprendere il funzionamento di questa tecnica e le normative che la regolano è fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi a questo settore in modo efficace, gestendo correttamente tutti i passaggi che regolano il procedimento.